Omicidio Francesca Deidda, clamoroso: la lettera del marito dal carcere
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Omicidio Francesca Deidda, clamoroso: la lettera del marito dal carcere

Cadavere e prove forensi

Omicidio Francesca Deidda: il marito Igor Sollai, in carcere, scrive una lettera al cognato Andrea. Le indagini continuano.

Francesca Deidda, 42 anni, è stata ritrovata morta il 19 luglio e il principale sospettato è il marito, Igor Sollai. L’uomo, accusato di omicidio e occultamento di cadavere, si trova in carcere.

Proprio dalla cella, il presunto killer ha inviato una lettera al cognato Andrea Deidda, in cui parla della crisi matrimoniale e chiede un incontro per chiarire la sua posizione.

mani di uomo in carcere dietro le sbarre

La lettera del marito di Francesca Deidda al cognato

Nella lettera, come riportato da Notizie.virgilio.it, Igor Sollai esprime la necessità di chiarire alcuni aspetti della sua relazione con Francesca Deidda.

Caro Andrea, ti scrivo in quanto sento il bisogno di parlarti e dirti alcune cose che in un colloquio probabilmente non troverebbero ‘spazio tempo tranquillità’“, esordisce.

Uno degli elementi che l’uomo intende chiarire riguarda i sospetti su una presunta amante, che era stata menzionata durante le indagini. “Devi sapere che eravamo in un momento di crisi da un anno e mezzo“, ammette il 43enne.

Ma nega categoricamente la presenza di una terza persona: “Di fatto non c’è mai stata nessuna amante o relazione nascosta“.

Pur proclamandosi innocente, non grida alla sua assoluzione nella lettera inviata al cognato. Al contrario, l’uomo insiste sulla volontà di incontrare Andrea Deidda.

Le indagini e i sospetti sull’omicidio

Le circostanze della morte di Francesca Deidda restano ancora oggetto di indagini da parte delle autorità. Il corpo della donna è stato trovato dopo una lunga ricerca, all’interno di un borsone da calcio.

Le indagini hanno suggerito che la donna possa essere stata colpita alla testa con un oggetto contundente, forse un attrezzo da lavoro, mentre era distesa sul divano di casa.

Un particolare rilevante è la presenza di un bracciolo rigido sul quale la testa della vittima sarebbe stata appoggiata, aumentando la gravità dell’impatto.

Alcuni elementi emersi dopo l’omicidio hanno ulteriormente aggravato la posizione del marito. Secondo gli investigatori, l’uomo avrebbe tentato di vendere il divano – dove sono state trovate tracce di sangue – e la Toyota Yaris appartenuta alla moglie.

Addirittura avrebbe suggerito all’acquirente dell’auto di pulirla accuratamente, un dettaglio che ha sollevato ulteriori sospetti sulla sua colpevolezza.

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ultimo aggiornamento: 1 Ottobre 2024 18:56

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